MICRORGANISMI

INTRODUZIONE

I Microrganismi all’origine della Vita

La Natura è Perfetta maestra di Vita: noi vi troviamo le risposte semplicemente osservando. In questo momento mentre vi sto parlando dentro il nostro corpo avvengono miliardi di processi biochimici compreso connessioni di significato emozionale e addirittura anche animiche. E tutto avviene contemporaneamente in un sincronismo perfetto: è un’orchestra e ciascun componente la vita ha un ruolo non solo specifico ma anche cooperativo. Maggiore è la collaborazione sincronica e funzionale maggiore è l’armonia e il benessere.

Crediamo che uno dei messsaggi più importanti che la Vita ci spinge a sperimentare (e che di fatto ci fa sperimentare continuamente) è proprio quello della cooperazione. Il paradigma della Vita non è legato al “più forte” ma “alla maggiore cooperazione”.

La meraviglia è che la collaborazione può crearsi anche tra entità che funzionano in modo diverso (pensiamo agli strumenti musicali, i fiati piuttosto che le percussioni), così come avviene tra i microrganismi aerobici e quelli anaerobici come scoprì “per caso” negli anni ’70 Teruo Higa, professore di orticoltura presso un’università Giapponese durante una delle sue sperimentazioni. Teruo Higa stava cercando un modo per rendere più fertile la terra e stava studiando i microrganismi ma trattandoli separatamente in relazione al loro specifico funzionamento (aerobici e anaerobici) fino a quando stanco dei fallimenti, riunì i due gruppi di microrganismi in un secchio che gettò via dalla finestra del dipartimento presso cui stava effettaundo la ricerca. Qualche settimana dopo, la porzione di prato dove il professore Higa aveva gettato la miscela di microrganismi risultava più verde e rigogliosa rispetto alla restante parte: da questa “casualità” si sviluppa tutta una ricerca sui microrganismi che è cresciuta in maniera esponenziale.

Anche la ricerca medica si è interessata allo studio dei microrganismi. Basti pensare che nell’arco di trent’anni (1990-2020) siamo passati da 26 studi in 12 mesi a 16.333 pubblicazioni alla fine del 2020.

La prima domanda dovrebbe essere PERCHE’ QUESTO ARGOMENTO DOVREBBE INTERESSARCI COSì TANTO? Semplicemente perché i microrganismi sono all’origine dei processi che sostengono la Vita, ovvero alla base di tutti i processi biochimi e funzionali che permettono il passaggio di nutrienti e informazioni e tanto altro ancora: dal terreno al nostro intestino i loro ruoli fondamentali sono quelli di riparare e agevolare l’assimilazione di nutrienti.

Ma procediamo con ordine: si chiamano microrganismi a causa delle loro dimensioni dell’ordine di millesimi di micron. Un micron è un millesimo di millimetro. Si chiamano microrganismi i batteri sia quelli buoni che quelli patogeni, i virus, i lieviti e le muffe e i funghi. I microrganismi si trovano dentro e sopra di noi, negli ambienti nei quali viviamo, dentro e sopra gli animali e ancor più nel suolo e nella natura.

Se volessimo contare il numero di cellule dei microrganismi rispetto al numero di cellule umane, scopriremmo che solamente il 10% appartiene all’ultimo gruppo. Un interessante libro scritto da una biologa inglese Alanna Collen “I batteri della felicità. Perché i microbi del nostro corpo sono la chiave per la salute e il benessere” ha come titolo originario “10% Human” – “10% umani”.

L’interesse verso i microrganismi è diventato tale che addirittura ad Amsterdam è stato creato un museo dedicato: “Micropia”.

La maggioranza è definita residente ed è un mix che ci appartiene come un’impronta digitale. Un’altra parte è definita commensale, cioè i microrganismi che ci scambiamo tra di noi, con l’ambiente che ci circonda, gli animali e le piante e questo ci permette di integrarci e quindi di adattarci ai nuovi cambiementi e situazioni. Il 70% dei batteri presenti nel corpo umano si trova nel colon.

Possono essere classificati anche come “rigenerativi” (cioè che produce effetti rigenerativi sulla materia), “degenerativi” (ovvero mette in atto e produce effetti degenerativi sulla materia). Tuttavia questi primi due gruppi sono assolutamente minoritari rispetto a terzo gruppo che è di gran lunga maggioritario e che è definito “opportunista” ovvero adotta il comportamento a seconda della dominanza tra i primi due. Questo significa che basta veramente poco per sbilanciare l’equilibrio da una posizione rigenerativa ad una degenerativa (stress, alimentazione poco adatta etc…) e che anche per questo motivo è importante garantire un continuo apporto di “microrganismi rigenerativi” altrimenti definiti “probiotici”.

Secondo le linee guida dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS) i probiotici vengono definiti come quegli organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, possono apportare un beneficio alla salute dell’ospite.

In pratica i probiotici tengono sotto controllo la proliferazione dei microrganismi nocivi (i batteri cattivi) nell’intestino, aiutando a mantenere una condizione di corretto equilibrio, che facilita la salute dell’organismo tutto.

I prebiotici sono tutti quei cibi che contengono sostanze importanti per i Microrganismi che abbiamo nel nostro intestino. Quando pensiamo a cosa mangiare dobbiamo pensare anche a loro e a come dargli la possibilità di riprdursi nel nostro intestino.

L’inulina, per esempio è una sostanza molto importante per i Microrganismi e l troviamo in vari cibi come carciofi, cipolla, aglio, asparagi, porro, pomodoro, banane. Nei cereali come frumento, segale e orzo. Anche le fibre sono importantissime per i nostri Microrganismi poiché consentono loro di moltiplicarsi molto di più. Anche l’attività fisica influisce positivamente sul Microbiota, tuttavia, se effettuata in modo volontario e con gradevolezza.

In termini di peso nel nostro corpo ne abbiamo tra 1 e 2 chili e li produciamo principalmente nel nostro intestino, ecco perché è indispensabile che funzioni benissimo. Tutto l’insieme dei Microrganismi formano il Microbiota, mentre il Microbioma è l’insieme dei geni contenuti nei microrganismi.

Come funzionano i microrganismi?

Trasformano le molecole di sostanza organica, quindi quello che mangiamo, respiriamo e tutte le molecole organiche con le quali veniamo in contatto, in sostanze a noi necessarie. Producono un biofilm che protegge la pelle dalle temperature esterne, dall’inquinamento, mantengono certa parti del corpo più umide tipo genitali, ascelle , narici.

Nella nostra bocca un mix di Microrganismi equilibrato ci permette di avere un buon alito, denti sani e nessuna infezione. Ci permettono di avere l’apporto di oligoelementi, di vitamine, riparano lesioni nel nostro intestino e sulla pelle e tanto altro ancora.

Ma come fanno tutto questo lavoro?

Lo fanno tramite un ancor più piccolo organismo che producono loro stessi e che si chiama ENZIMA. L’enzima è fatto di proteine e viene prodotto, oltre che da alcuni organi, in gran parte dai Microrganismi.

Gli enzimi sono Biocatalizzatori, cioè innescano e facilitano len migliaia di reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo, ma non solo, anche negli animali, nel suolo, nelle piante.

L’Enzima ha una forma quasi a C, la parte vuota interna si chiama sito attivo. Ogni enzima viene prodotto per trasformare una specifiva molecola. Più enzimi produciamo di diverse specie più avremo la possibilità di trasformare molecole diverse e procurarci le sostanze che ci servono: oligoelementi, vitamine, ferro…. Quindi è estremamente importante avere biodiversità di Microrganismi vivi nel nostro intestino e anche sopra e attorno a noi.

La ricerca ha confermato ormai da anni che molte malattie hanno una grande relazione, a volte unica, con la mancanza nel nostro intestino di uno o più Microrganismi specifici.

Autismo, Parkinson, Alzheimer, Disbiosi, ma anche obesità, depressione e patologie semplici e allergie etc. sono riconducibili ad un disequilibrio del Microbioma.

Inoltre, grazie al Nervo Vago, è presente una comunicazione tra l’apparato digerente ed il cervello e permette il passaggio di informazioni tra le diverse aree del corpo umano quali polmoni, intestino e cervello. Un buon equilibrio del microbiota intestinale produce pertanto anche un buon sistema immunitario per i polmoni (prima difesa verso le influenze), garantisce maggiore lucidità e serenità al cervello.

Ma perchè il nostro corpo spreca così tanta energia nel tener d’occhio il nostro microbiota dell’intestino? Per molti anni, a causa della poca ricerca dedicata all’argomento, si pensava che l’asse intestino-cervello avesse effetti unidirezionali; in altre parole, grazie ad una serie di collegamenti simpatici/parasimpatici, diretti e indiretti tutti gestiti dal ANS, si supponeva che il nostro microbiota non potesse avere effetti sul nostro cervello ma solo viceversa. Invece, nell’ultimo decennio, migliaia di studi scientifici hanno svelato che lo sbilancio tra microrganismi buoni e patogeni nel nostro intestino può causare effetti bi-direzionali nell’asse intestino-cervello. É grazie a quelle ricerche scientifiche se oggi possiamo identificare problemi cardiovascolari, gastrointestinali e immunologici come il risultato di un microbiota sbilanciato.

Ora vi starete chiedendo quando le malattie neurologiche entrano in gioco. In effetti, in studi recentissimi è stato scoperto che un microbiota non in equilibrio è collegato allo svilupparsi di più di una malattia neurologica. Per esempio, in pazienti che soffrono di ASD (autismo) è stato evidenziato come uno sbilancio del microbiota possa essere responsabile della “sindrome dell’intestino permeabile” (Reddy & Saier, 2015) oppure di come i livelli di Clostridia (Ho, Tong, Syn et al., 2020), Lactobacillus e Bifidobacterium siano completamente fuori dalla media (Kim, Kim & Yim, 2017). In altri casi, riproducendo lo stesso microbiota d’individui colpiti da schizofrenia si riproducevano anche i sintomi in individui sani (Zheng, Zeng & Liu, 2019). Infine, anche in pazienti colpiti dal morbo di Parkinson è stata evidenziata una maggiore predisposizione ad infezioni di Helicobacter pylori (causate da disbiosi intestinale), batterio responsabile di molti dei problemi motori caratteristici della malattia (Scheperjans et al., 2015).

Anche la pelle ha un proprio ecosistema, accoglie molteplici comunità di batteri, oltre 500 specie! Questi microrganismi rappresentano il Microbiota Cutaneo, prezioso sistema di protezione che contribuisce alla nostra difesa immunitaria. La nuova frontiera in ambito cosmetico è proprio la ricerca di soluzioni che tutelino e rafforzino il microbiota cutaneo e la sua comunità di batteri buoni, per mantenere in equilibrio la pelle sana.

La pelle è costituita da due strati principali: l’epidermide (strato più sottile ed esterno) e il derma (strato più spesso e profondo), ancora più in profondità si trova l’ipoderma. La cute ha funzione di barriera, secrezione, assorbimento, eliminazione, termoregolazione, immunologia, sensoriale, deposito e sintesi, regolazione perdita di liquidi.

L’epidermide non è vascolarizzato (non è presente il sangue) pertanto dipende completamente dal passaggio di sostanze e specialmente ossigeno dallo strato inferiore. L’epidermide è costituita da diversi strati di cheratinociti che si riproducono in maniera costante e si spostano verso gli strati più esterni in modo da rimpiazzare gli strati esterni più “rovinati”: grazie a questo processo, l’epidermide ovvero il nostro “scudo protettivo” si rinnova completamente ogni 20-30 giorni.

Nel derma troviamo i fibroblasti: queste cellule producono collagene, fibre elastiche, acido ialuronico etc.

Recenti studi hanno, inoltre, messo in evidenza che anche la pelle è parte attiva del sistema immunitario attraverso le cellule di Langerhans. Esse sono una categoria di macrofagi presenti in ogni strato della nostra pelle (ma sono presenti anche nell’esofago e nello stomaco) e la loro funzione principale è quella di campanello di allarme per ogni entità estranea che cerca di entrare nel nostro corpo e oltre ad attivare il nostro sistema immunitario agiscono come parte integrante dello stesso sistema producendo cellule di tipo B e T (centri di produzione degli anticorpi). D’altra pare l’espressione comune “si sente a pelle” ci restituisce questa capacità di percepire e di attivare l’allerta anche attraverso la pelle.

Il microbiota viene influenzato anche dall’ambiente in cui viviamo, da ciò che respiriamo, comprese le sostanze chimiche che vegono emanate da vernici all’interno delle case o rilasciate negli ambienti esterni come il glisofato (che ci ritroviamo anche nel cibo).

 

Anche del terreno (così come per i nostro intestino) si parla di equilibrio del Microbiota. Ma di cosa si tratta?

E’ quell’insieme di microrganismi diversi che convivono e hanno la funzione di mantenere il terreno fertile tramite la produzione di enzimi. Questi scompongono le molecole per rendere bio-disponibili gli elementi nutritivi. Un esempio sono le piante chiamate azoto fissatrici, tramite la collaborazione dei batteri con le radiciriescono a fissare l’azoto nel terreno. L’humus che è considerato come struttura è il prodotto della fermentazione delle sostanze organiche cadute (foglie, frutti, insetti….) cioè la decomposizione ossidativa di tutte le sostanze organiche che poi torneranno disponibili alle stesse piante grazie all’azione degl enzimi, laddove l’acqua è il mezzo per veicolarle.

Le radici delle piante vivono in uno strato del terreno che viene chiamato rizosfera. Possiamo paragonare le radici delle piante ai villi intestinali dell’apparato digerente degli animali e degli essere umani. Quando un seme germoglia e spuntano le prime radici, nella rizodìsfera si sviluppa velocemente una flora batterica a supporto della crescita. Tale flora  costituita da batteri, funghi e miceti appartenenti allla famiglia dei lactobacilli (batteri dell’acido lattico) come nel nostro apparato digerente.Maggiore è la quantità e l adiversità della flora batterica di un terreno maggiore è la sua fertilità, garantendo alle piante una vita lunga e sana con ottimi frutti. L’utilizzo dei fertilizzanti (essendo nella maggior parte dei casi Sali disidratati) inibisce la crescita dell ecolonie microbiche ed è una delle cause di sterilità del suolo. Dal punto di vista fisico il terreno risulta indurito, assorbe poca acqua in quanto manca la microcapillarità e quindi difficile da lavorar e non idoneo alla crescita doi piante sane.

Un terreno ricco di microrganismi si presenta di colore tendente al nero (terra preta) friabile e non facilmente compattabile, ricco di biodiversità che contrasta la dominanza dei patogeni. Questa struttura permette un maggiore scambio di ossigeno conl’aria favorendo le attività ossidative del primo strato superficiale, inoltre favorisce anche la penetrazione dell’azoto così abbondante nell’atmosfera.

L’azione di movimentazione del terreno (fresatura, aratura, erpicatura etc) resa necessaria in terreni poveri trattati con concimi chimici e antiparassitari è fortemente dannosa perché elimina la micro-capillarità e porta negli strati inferiori i batteri aerobi uccidendoli, costringendo così il terreno a cercare di ricostruirsi ogni volta perdendo energia (processo di desertificazione). Una corretta pratica agronomica è quella di muovere il meno possibile il terreno con attrezzi di ripuntatura solo dove necessario.

 

Anche le nostre case ed edifici con i suoi muri possono contribuire attivamente alla salute nostra e del pianeta. La superficie coperta con INTONAMI diventa attiva, prende l’ anidride carbonica dall’aria trattenendo il carbonio ci rilascia l’ossigeno. INTONAMI : è un bio-composito termointonaco che applicato alle pareti degli edifici migliora lo scambio dell’acqua e della temperatura ambientale. – Applicato nelle aree con muffa risolve definitivamente il problema dei batteri (aspergillus)- Applicato negli scantinati elimina muffe, odori sgradevoli e “riscalda” l’ambiente- Applicato all’interno delle case contribuisce al miglioramento del comfort abitativo regolando l’umidità nell’aria, liberando ossigeno e generando calore – Applicato all’esterno degli edifici con uno spessore di almeno 6 centimetri blocca lo scabio termico interno- esterno E’ un prodotto semplice che può essere applicato da chiunque, non richiede specializzazioni particolare nè presenta controindicazioni alcune. In caso di asporto per demolizione non è un rifiuto in quanto bio- composito vivo, quindi può essere sparso anche nel terreno.